Per le comunicazioni a questo ufficio si chiede a forze dell'ordine, pubbliche amministrazioni e privati di attenersi scrupolosamente a quanto
indicato nella pagina
CONTATTI.
Le
comunicazioni per posta elettronica, sia certificata (PEC) che ordinaria, sono
valide solo se provengono da forze dell'ordine e altri uffici giudiziari o amministrativi.
Se provengono da
privati, invece, anche via PEC, questa procura non ha alcun obbligo di prenderle
in considerazione poiché non vi è certezza sull'identità del mittente.
I privati, pertanto, devono presentare, personalmente o tramite un procuratore speciale,
atti e denunce scritti presso questo ufficio o presso le forze dell'ordine.
L'indirizzo del
protocollo (
prot.procmin.trieste@giustiziacert.it) è in uso solo per gli ATTI amministrativi e non per i procedimenti
giudiziari sia penali che civili, a i quali sono dedicate le PEC o, in mancanza, l'indirizzo
di posta ordinaria sotto indicati. Le comunicazioni che dovessero essere erroneamente inviate
al protocollo saranno respinte e non saranno prese in considerazione.
Si ricorda che gli atti penali trasmessi a questo ufficio solo perché risultano coinvolti
dei minorenni non indagati devono essere inviati alla PEC civile (con le generalità complete del
minore) e non a quella penale.
Non si danno informazioni sullo stato dei
procedimenti civili né ai privati né alle
pubbliche amministrazioni, salvo specifiche e motivate esigenze. Sempre in materia civile,
i privati possono depositare una richiesta scritta motivata di visione e copia degli atti
del procedimento civile qualora vi abbiano un legittimo interesse (per esempio, difesa in
procedimento civile o penale collegato davanti ad altra autorità giudiziaria) e
anche di colloquio con il magistrato.
È composta da 3 magistrati, 14 impiegati amministrativi e 8 appartenenti alla polizia giudiziaria.
È competente per tutto il Friuli Venezia Giulia e il portogruarese, che comprende Caorle e Bibione.
In ambito penale riceve le notizie di reato, dirige le indagini, promuove
i giudizi e sostiene l'accusa nei confronti di minorenni autori di reati.
Il processo minorile è caratterizzato dalla possibilità di evitare al minore il giudizio in presenza
di situazioni che consentono la chiusura anticipata del procedimento (per irrilevanza del fatto)
ovvero la sua sospensione per messa alla prova con l'eventuale estinzione del reato in caso di esito
positivo della prova.
In caso di accertata colpevolezza, inoltre, è prevista la possibilità di perdonare il minorenne qualora
risulti che non vi sia il pericolo che commetta altri reati.
In ambito civile è destinataria di tutte le segnalazioni che indicano situazioni di rischio
per i minorenni,
che possono provenire dalle forze dell'ordine, dai servizi sociali, dalla scuola, dalle istituzioni
sportive, delle strutture sanitarie e anche da privati cittadini, purché in forma non anonima.
Al pubblico ministero minorile, inoltre, deve essere segnalato ogni collocamento di minori in comunità
sia se avvenuto con il consenso dei genitori sia se disposto d'urgenza dall'autorità
amministrativa o dalle forze dell'ordine.
Il pubblico ministero minorile, dopo eventuale approfondimento delle segnalazioni tramite la polizia
giudiziaria, i servizi sociali o altri organi amministrativi, può chiedere al Tribunale per i minorenni
provvedimenti a tutela del minorenne e, in particolare, provvedimenti limitativi della responsabilità dei
genitori, fino alla adottabilità ove venga accertata una situazione di abbandono.
Alcuni dati. A titolo esemplificativo, nel primo trimestre del 2015, in ambito penale, sono stati
iscritti 326 nuovi procedimenti penali a carico di persone identificate e sono state presentate 61 richieste
di rinvio a giudizio.
In ambito civile, nel medesimo trimestre, la procura ha presentato 450 ricorsi a tutela di minorenni e formulato
169 pareri in materia di affidamento dei minori e adozioni. 33 sono stati i ricorsi o i pareri in materia di dichiarazione di adottabilità di minori.